martedì 25 agosto 2015

Pratica solitaria, Pratica di gruppo

In questi giorni mi sono più volte soffermata sul tipo di pratica che sono solita fare. Siamo nei mesi del raccolto e quindi mi sembrava doveroso riflettere su me stessa, sulla persona che voglio essere e diventare.
Uno dei momenti di riflessione l'ho dedicato anche alla differenza sostanziale di me stessa in una pratica solitaria, e di me in gruppo.
Premettendo che amo le persone, adoro condividere esperienze e soprattutto attimi di gioia, che sono un pò i motivi per il quale poi pratico in gruppo, trovo però più complesso il vivere la pratica in gruppo, secondo i miei punti di vista.
Mettendo a paragone, o almeno provandoci, le due cose, si possono creare quasi dei punti chiave:

(prendo in considerazione l'ideale di gruppo come dovrebbe essere: leale, semplice, ricco di armonia. In giro ci sono comunque moltissimi gruppi e soprattutto persone che in realtà sono molto diverse da quelle che si presentano. State sempre attenti, non fate MAI qualcosa contro la vostra volontà)

Pratica solitaria:
-Non condivisione di esperienze se non tramite un autoanalisi effettuabile attraverso strumenti scritti come il libro specchio. Questo può anche portarci a non essere completamente oggettivi con quello che ci accade, la suggestione non è da vedersi come una cosa negativa ma essendo emotivamente coinvolti, soprattutto nei rituali, è difficile essere concreti.

-Totale liberà di pratica: dalla cosa più minima all'aspetto più complesso. Possiamo stravolgere un rituale durante il rito stesso.
Una volta praticavo con una mia vecchia amica, dovevo invocare l'elemento acqua ed eravamo vicino una piccola fonte. Durante la chiamata ho dovuto fermarmi, non so perchè ma credo di aver incanalato troppa energia tutta insieme mi girava la testa. In solitario questo non sarebbe stato un problema perchè dovevo comunque dar conto solo a me stessa, mi dispiace tutt'ora aver bloccato il momento lì per lì.

-Dedicarsi anima e corpo al rito in se e non distrarsi.
Vorrei sfatare il mito della strega seria, dei rituali rigidi e severi.
Certo, i momenti di riflessione e serietà devono esserci.. Ma per carità non solo quelli!
Siamo fuggiti dalla chiusura e le imposizioni cattoliche, perchè autoinfliggersi altra austerità?
Stiamo andando a connetterci con il divino, solo l'idea mi fa sorridere e mi rende euforica, a voi no?
Nella pratica solitaria, essendo noi a contatto diretto con il divino secondo me siamo più concentrati, più attenti, con i sensi molto più in ascolto.
Nella pratica di gruppo è meraviglioso poter osservare gli altri, vivere momenti del genere con persone che amiamo, ma io ho sempre un pò di soggezione, soprattutto durante le invocazioni. Sono sicura che con il tempo passerà.

-Essere sacerdoti/sacerdotesse di se stessi.
Benchè il mio gruppo sia assolutamente versatile e anzi, VOGLIAMO che i "ruoli" e i compiti durante un rito cambino, quando si è da soli si fa tutto da se. Ci sono persone che lo preferiscono, persone che adorano l'essere in più persone. Io devo ancora lavorare molto su questo aspetto, sono ancora selvatica.

Pratica di gruppo:
-Condivisione di dubbi, paure, esperienze con altre persone che possono dare un parere esterno e oggettivo. In questo modo non soltanto possiamo vivere situazioni in maniera amplificata, relazionandoci ad energie dei nostri compagni, ma possiamo beneficiare di un supporto continuo.

-Bisogno di una scaletta/organizzazione precisa durante i rituali. Questa non è per forza una cosa negativa. Io all'inizio avevo proprio bisogno di una cosa simile, per una mia fissa mentale, mi dava sicurezza. Ma crescendo e maturando nella pratica, ho compreso che io sono totalmente lunatica anche in questo. Se ho desiderio di danzare, ridere, piangere al momento, vorrei poterlo fare. Cosa che nella pratica di gruppo è un pochino più complesso.
Nei gruppi tuttavia, deve esserci un'organizzazione, soprattutto se si è in più di due, altrimenti diviene complicato e dispersivo.

-Studio e ricerca di gruppo.
Uno degli aspetti migliori della pratica e dell'essere comunque in gruppo è quello di poter ricercare insieme determinati aspetti del nostro percorso. O ancor meglio, con percorsi di origine differente, confrontarsi su ciò che ci appartiene o meno.
Non solo è un modo più veloce per conoscere ciò che ci circonda, ma molto spesso giungiamo a pratiche che neanche immaginavamo!

-Il sorriso.
Non c'è cosa più bella dei sorrisi, della sensazione di prendersi per mano, meditare insieme e talvolta anche ricevere le stesse immagini.
Siamo soliti, nei momenti post rituale, continuare il banchetto con un pranzo comunitario.
Credo sia il momento più bello, dove siamo totalmente a nudo e gli altri possono toccare la nostra vera essenza.

Legame energetico con i componenti del proprio cerchio:
Come in ogni cosa, anche in questo, le persone determinano il tutto.
Ho avuto il piacere di praticare con moltissime persone differenti e con ogni persona è differente. Non c'è un giusto o un sbagliato ma semplicemente un meglio o peggio per noi stessi.
Tra tutte le pratiche, con diversi risultati, ho avuto il piacere di consacrare e vivere momenti rituali con una persona in particolare che è colei con cui ho raggiunto la maggiore affinità e soprattutto con cui ho avuto in assoluto i risultati migliori.
Una volta, sempre durante il rituale dove ho canalizzato troppa energia, ricordo proprio le foglie degli alberi che si posavano attorno a noi, proprio come nei film!

In conclusione quello che mi sento di dirvi è che non c'è una via più giusta dell'altra.
Bisogna in ogni caso, continuare a sperimentare in solitudine, crescendo internamente e soprattutto alimentando il nostro rapporto con il Divino, indipendentemente da chi si frequenta.
Tuttavia se avete la possibilità provate a praticare in gruppo, non per il rituale in se, ma per i meravigliosi rapporti che possiamo instaurare con le persone che scelgono di vivere un momento rituale con noi.
Le energie si legano, potrete praticare con decine e decine di persone durante la vostra vita, in posti e momenti più strani, ma ricorderete sempre ognuno di loro, come io ricordo sempre lo splendido Mabon dell'anno scorso.

Ombra

0 commenti:

Posta un commento